Giorni (Fai Toscana): “Bene le sue parole contro il caporalato. A due anni dall’approvazione della legge in Toscana ancora non costituite le sezioni provinciali che dovrebbero vigilare sul mercato del lavoro in agricoltura.”
COMUNICATO STAMPA
“Apprezziamo le dichiarazioni del presidente Rossi contro il caporalato e gli chiediamo di darci una mano a far attuare la legge 199, entrata in vigore da due anni e, almeno in Toscana, totalmente inattuata nella seconda parte.”
A dirlo è il segretario della Fai-Cisl Toscana, Patrizio Giorni, commentando la presa di posizione del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo l’indagine condotta dalla procura di Firenze resa nota mercoledì scorso. Il Governatore ha annunciato ieri uno stop ai contributi alle imprese che risultino coinvolte in casi simili.
“La legge 199 contro lo sfruttamento del lavoro e per il contrasto al caporalato – spiega Giorni – che siamo riusciti a far approvare a livello nazionale dopo anni di impegno e battaglie, è entrata in vigore nell’ottobre del 2016, due anni fa. Ma ha trovato attuazione, almeno in Toscana, solo nella prima parte, quella repressiva. Manca ancora invece l’impegno sull’altro e non meno importante fronte, quello della prevenzione. La legge infatti prevede l’istituzione in ogni provincia di sezioni della rete per il lavoro agricolo di qualità, con funzioni di monitoraggio e governo del mercato del lavoro in agricoltura. Ebbene in Toscana non ne è stata istituita neppure una. Noi stiamo facendo pressioni da tempo, in primo luogo sui prefetti e sugli altri enti coinvolti, perché diano vita a queste strutture, ma finora invano. Per questo chiediamo al Governatore di darci una mano in questa battaglia. Il caporalato è un’infamia che non può essere tollerata.”