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La FAI CISL Toscana ha espresso profondo sdegno di fronte alla recente scoperta di un grave episodio di caporalato a Casciana Terme Lari, nella provincia di Pisa. I Carabinieri hanno scoperto che ventuno lavoratori stranieri, prevalentemente di origine africana, venivano sfruttati e impiegati in condizioni illegali, privati dei loro diritti fondamentali. Questo episodio mette nuovamente in luce una piaga che continua a colpire il settore agricolo, soprattutto nelle aree rurali.

Il sindacato FAI CISL Toscana ha reagito con indignazione, sottolineando che il caporalato rappresenta una forma moderna di schiavitù, inaccettabile in una società civile. La segreteria del sindacato ha evidenziato come questi lavoratori siano stati vittime di sfruttamento in una condizione di vulnerabilità e marginalizzazione, costretti a lavorare in condizioni precarie e senza le garanzie minime previste dalla legge. La FAI CISL ha denunciato con forza la mancanza di controlli adeguati e di interventi tempestivi da parte delle istituzioni, che continuano a consentire il proliferare di questi comportamenti illeciti.

La FAI CISL ha inoltre ricordato come il fenomeno del caporalato non riguardi solo il lavoro nero, ma coinvolga una serie di dinamiche criminali, che spesso includono anche traffico di esseri umani e sfruttamento economico e sociale. Il sindacato ha quindi richiamato l’attenzione sulla necessità di un maggiore coordinamento tra le forze dell’ordine, le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali, al fine di proteggere i diritti dei lavoratori e prevenire situazioni di sfruttamento.

Nell’ottica di una lotta efficace al caporalato, la FAI CISL ha ribadito l’importanza di un impegno congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti, compresi i datori di lavoro che operano nel rispetto delle regole. Inoltre, ha richiesto l’introduzione di misure più stringenti per contrastare questi fenomeni, come sanzioni più severe per i responsabili e maggiori risorse per intensificare i controlli nelle campagne.

Il segretario regionale della FAI CISL ha dichiarato: “Non possiamo tollerare che nel 2024 ci siano ancora situazioni di sfruttamento così gravi e diffusi. È necessario che le istituzioni facciano la loro parte, aumentando i controlli e le sanzioni, ma anche promuovendo politiche di integrazione e sostegno per i lavoratori più vulnerabili, prima che il caporalato diventi un prodotto tipico della nostra regione!”

Questo episodio rappresenta purtroppo solo l’ultima di una lunga serie di vicende simili che affliggono il settore agricolo in Italia. La FAI CISL ha concluso il suo intervento sollecitando una reazione forte e decisa da parte delle istituzioni, affinché si ponga fine a questa vergognosa pratica che mina i diritti e la dignità dei lavoratori. Basta affermare che la Toscana è “un’isola felice”, di quante prove abbiamo ancora bisogno? Solo in questa settimana due casi in poche ore. Con l’operazione “Alt Caporalato 2” 50 operai agricoli impiegati da due ditte diverse, che lavoravano nelle vigne senesi e grossetane, ben 16 erano privi di un regolare contratto e quattro senza permesso di soggiorno.
Grazie alle forze dell’ordine per il loro prezioso ed insostituibile operato.