Negli ultimi anni la contrattazione collettiva nazionale ha determinato, con tempi e caratteristiche diverse, l’introduzione di norme specifiche per la costituzione di fondi integrativi sanitari e pensionistici. Questa scelta, condivisa anche dalle controparti datoriali, rispondeva e risponde alle esigenze manifestate dai lavoratori interessati e assicura prestazioni integrative sanitarie ed assistenziali. I primi fondi hanno riguardato principalmente un sistema aggiuntivo di tutela per la salute del lavoratore e del suo nucleo familiare e solo successivamente( in attesa del pieno sviluppo della previdenza complementare) sono sorti i fondi di natura pensionistica integrativa, proprio nel contesto di una forte innovazione legislativa in tema previdenziale, con particolare riguardo proprio alle forme integrative. Ad esclusione di quei fondi, per i quali il finanziamento è a totale carico delle aziende, in tutti gli altri casi la contribuzione è paritetica. Si tratta però in tutti i casi di un sistema di finanziamento derivante da norme contrattuali e quindi rientrante nel costo economico di ogni singolo contratto. E’ evidente quindi l’opportunità per i lavoratori di essere iscritti a questi fondi sia per le prestazioni fornite sia perché si tratta di “costi contrattuali” che, se non impegnati, rimarrebbero inutilizzati.