In questi mesi abbiamo visto di tutto: piazze convocate in nome della pace, scioperi proclamati come atti di “resistenza sociale”, dichiarazioni roboanti contro il governo e contro chi non si allinea.
Ma alla fine, cosa rimane?
Poco o niente, soprattutto per i lavoratori.
E questa è la differenza tra chi fa sindacato e chi fa politica.
La CISL sceglie il lavoro, non lo scontro
La CISL – e con essa la FAI – non si nasconde dietro le parole. Noi preferiamo i fatti: contratti rinnovati, tutele rafforzate, accordi concreti su sicurezza, formazione e salari.
Non aderire allo sciopero generale proclamato dalla CGIL non è un atto di “sottomissione”, ma di responsabilità.
Perché chi lavora nei campi, nei boschi, nei panifici o nei caseifici non ha bisogno di slogan: ha bisogno di risposte, di regole chiare, di condizioni migliori.
Il nostro DNA è quello del confronto, del dialogo, della concretezza.
Non del teatrino politico.
Landini e la politica travestita da sindacato
Da troppo tempo la CGIL e il suo segretario Landini confondono il ruolo del sindacato con quello di un partito d’opposizione.
Ogni questione – dalla pace in Medio Oriente alle scelte sul riarmo – diventa un pretesto per fare propaganda, non per tutelare chi lavora.
Il recente cessate il fuoco a Gaza, che tutti speravamo, ha mostrato quanto fosse fragile e strumentale la mobilitazione costruita dalla CGIL: finite le telecamere, sparite le piazze.
La CISL, invece, non ha mai usato le guerre per fare politica.
Abbiamo scelto la strada dell’impegno umanitario, della solidarietà vera: quella che si misura con i gesti, non con gli slogan.
La differenza tra chi parla e chi contratta
Nel frattempo, mentre altri preparano comizi, noi continuiamo a lavorare sui tavoli della contrattazione agricola e alimentare, per ottenere risultati che si sentono in busta paga e nella vita reale.
Non è spettacolare, ma è efficace.
Non fa notizia, ma cambia le cose.
E questo, che piaccia o no, è il senso vero del sindacato: migliorare la vita dei lavoratori, non cavalcare il malcontento.
L’autonomia è saper dire di no, a tutti
Essere autonomi non significa stare zitti.
Significa non farsi usare da nessuno.
Non dai partiti, non dai governi, non dalle ideologie.
Significa scegliere sempre da che parte stare: da quella di chi lavora.
Per questo la CISL – e la FAI con lei – continuerà a fare la propria parte con serietà, realismo e coerenza.
Meno bandiere, più fatti.
Meno piazze urlanti, più risultati concreti.
Perché la vera forza del sindacato non sta nel rumore che fa, ma nei diritti che conquista!
