Trasferire nello stabilimento Alival di Ponte Buggianese (ma l’azienda ha anche uno stabilimento a Porcari) alcune linee di produzione da altre aziende italiane del settore lattario-caseario del gruppo Lactalis e scongiurare la chiusura anche attraverso un nuovo piano industriale. Sono queste alcune delle proposte lanciate dai sindacati e dai 78 dipendenti della Alival di Ponte Buggianese in risposta all’annuncio di chiusura per il primo trimestre del prossimo anno, insieme a quella dello stabilimento di Reggio Calabria.
I rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto anche l’apertura di un tavolo di crisi regionale e al ministero dello sviluppo economico, guidato da Giancarlo Giorgetti.
È stato dato il via alla prima protesta martedì scorso, con tre ore di sciopero per ogni turno e l’allestimento di un presidio.
“E’ un paradosso _ commenta Amedeo Sabato, segretario Fai Cisl Toscana Nord _. Le multinazionali tutte ma specialmente dell’agroalimentare durante la pandemia da covid 19 hanno ampiamente rimpinguato i loro bilanci e appena appare uno spiraglio di luce oltre alla guerra si palesano queste pseudo ottimizzazioni che non hanno nulla a che fare con la responsabilità sociale di impresa. La responsabilità sociale di impresa è ormai abbandonata – osserva – e lo abbiamo vissuto in Toscana nel settore agroalimentare solo negli ultimi mesi per la vertenza sulla fabbrica di marroni nel Mugello e quella di San Ginese a Capannori”.
I conti non sono difficili: “Si parla di ottimizzazione dovuta al costo di produzione della mozzarella da 1,20€ a 0,90€. Ricordiamo che il prezzo del latte ai produttori è 0,28€ al litro e ci vogliono 3 litri per un chilo di mozzarella”.
“Purtroppo anche nel caso di Alival parliamo nuovamente di comunicazioni fatti dalla sera alla mattina senza percorsi di condivisione costruttivi. La Lactalis a mezzo della sua controllata ha fatto il compitino a casa con tutti i numeri e conti. Ora dobbiamo entrare nella fase di verifica e segnare con la matita rossa tutti gli errori”.
Tutte le speranze sono ora appese al tavolo regionale di crisi che sarà convocato domani, venerdì 29 aprile alle 15. “Un grazie va alla Regione per questa iniziativa, noi di Fai Cisl ovviamente ci saremo – evidenzia Amedeo Sabato -. Sappiamo di poter dare un buon contributo alla vertenza e proveremo a fare la differenza rispetto a quanto ci ha portato ad oggi”.
Sabato ricorda che a Ponte Buggianese l’Alival dà lavoro a circa 80 persone ed è la realtà produttiva più grande in quella zona: “Anche per questo deve rimanere – dichiara il segretario regionale della Fai Cisl – . Siamo vicini alle famiglie coinvolte come tutta la politica locale e siamo convinti della grande responsabilità ed unità dei lavoratori della Alival sia di ponte Buggianese che della vicina Porcari, oggi non interessata dall’annuncio per il 2023 ma che sente già l’odore di quello che potrebbe arrivare”.